martedì 19 maggio 2015

Comunicare in sintonia

di Nick Murdaca

Parlare con consapevolezza: una questione di ritmo

Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, e infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire.” (Buddha)
Hai mai provato un forte imbarazzo dopo aver dato una risposta a sproposito? O cercato di giustificare un’uscita infelice, dicendo: “L’ho detta senza pensare. Scusa, non volevo”?

Solo una maschera

Ripenso alle volte in cui è successo a me, soprattutto quando ero giovane; inconsapevole della mia arroganza e privo delle più elementari tecniche di comunicazione.
Probabilmente, anche se avessi saputo dell’esistenza di queste tecniche le avrei snobbate, o usate per scopi egoistici. Proprio un bel tipo, me ne rendo conto!
Oggi, le cose sono cambiate. Nel senso che non sono più così giovane…e a differenza di allora sono consapevole del fatto che quell’arroganza non era altro che una delle tante maschere del mio ego.

 

Prendersi il tempo che serve

Esiste un modo di dire comune: “Conta fino a dieci prima parlare!”. Semplice da capire, vero? Ma, ammettiamolo: difficile da mettere in pratica!
Dietro questo consiglio c’è una spiegazione scientifica legata al funzionamento del nostro cervello…
…Fare passare dieci secondi prima di parlare, vuol dire prendersi il tempo necessario per non identificarsi con l’argomento — come per esempio una critica — ma anche stoppare sul nascere la reazione emotiva che, per velocità, batterebbe sul tempo una risposta ponderata, e la ostacolerebbe.
Un esempio della rapidità con cui un’emozione si manifesta più velocemente di un pensiero lo si ha quando proviamo uno spavento: possiamo decidere di essere vigili mentalmente, ma nell’istante in cui dovessimo provare paura questo è inafferrabile.

Tuttavia, la risposta istintiva è lo strumento di cui la nostra mente subconscia si serve per proteggerci dai pericoli. Quindi, non ci deve sorprendere se a volte ci comportiamo d’impulso, perché è quello che, insieme all’intelligenza, ha permesso all’Uomo di difendersi e sopravvivere.
Come tutti gli stratagemmi, anche questo piccolo trucco popolare (dell’attendere contando prima di proferire parola) necessita di una condizione importante che aiuta a ricordarlo: la presenza mentale.
Proprio perché siamo naturalmente impulsivi, se non rimaniamo nel presente, oltre che precipitosi, saremo anche inconsapevoli delle parole che diciamo. Di conseguenza non ne avremo il controllo.
Se ti può essere d’aiuto, rammenta questo:

 

Entra in sintonia grazie all’ascolto attivo

In questo caso, se ti vuoi risparmiare le tensioni che ho sopportato io, per centrarti puoi applicare questa tecnica che consiste nel seguire 5 step. L’ho usata in passato, e all’occorrenza la uso anche oggi:
1.  Fare dei respiri profondi: questa semplice azione ossigena ogni cellula del corpo,                        conferendoti uno stato di calma, energia e benessere.
2.  Osservare l’ambiente in cui ti trovimantiene focalizzata la tua mente nella realtà, e ti sarà      più facile avere il controllo di te stesso/a. Parole comprese.
3.  Guardare, senza distrarti, le persone con le quali stai parlandonon ti sto consigliando di      fissare insistentemente le persone negli occhi, ma solo di essere totalmente consapevole              della situazione, avvalendoti di tutti gli elementi in gioco.
4.  Assumere una posizione del corpo rilassatache tu sia in piedi o seduto/a, non ha                    importanza: rilassando i muscoli, rilassi la mente: è automatico.
5.  Rallentare il flusso delle parolequest’ultimo punto, lo ritengo il più importante, in quanto ha un ascendente davvero potente sullo stato d’animo. Rallentare significa dare un ritmo a quello che diciamo: alternando le pause alle parole ci poniamo in un ascolto attivo e consapevole che aiuta a entrare maggiormente in sintonia con la persona con cui stiamo parlando. Così facendo, scoprirai che non è sempre necessario rispondere subito. Come si dice: “Il silenzio è d’oro!”.


Per un approfondimento sulla tecnica dell’osservazione ne ho parlato in questo articolo


1 commento: