martedì 8 novembre 2016

Non temere più alcun male… ferma la paura della malattia!

E' di primaria importanza tener conto che per avere la meglio su una grave malattia la cosa più rilevante è di tenere a debita distanza la paura, essa oltre a rallentare ogni processo di autoguarigione genera ulteriore malattia.

 

La paura della malattia è una bestia feroce difficile da domare in quanto viene costantemente aizzata contro di noi in ogni modo e di pari passo ci vengono occultate le vere conoscenze mediche per il raggiungimento della salute, inoltre i medici moderni vengono formati ad una medicina allopatica, riduzionistica e ultraspecialistica che, strutturata in tal modo, non potrà mai comprendere i sintomi del nostro corpo ed il loro messaggio.

 

Quello che serve quindi è una genuina conoscenza, anche sommaria, dei processi corporei definiti malattia per non doverli più a temere ed iniziare a vivere la vera vita, quella priva di paura, perché vivere senza la paura della malattia non ha prezzo, tutto il resto…

Tuttavia per uscire dal “tunnel” è altresì importante interrompere la causa che è alla base della malattia cronica, interrompendo il recidivare della causa si dà al corpo la possibilità di auto curarsi senza ricadere nella stessa patologia; per trovare la causa della malattia è opportuno approfondire sulle 5 leggi biologiche, anche rivolgendosi ad esperti in materia, che forniranno la risposta che ci serve.

 

L’articolo che segue è solo una breve e semplificata disamina di quello che è necessario conoscere della malattia per iniziare a vivere meglio è pertanto opportuno approfondire la conoscenza sugli articoli correlati, sui libri ed i video consigliati.

Marcello


Indice:
INTRODUZIONE
I PRO E I CONTRO DELLA MALATTIA
LA MALATTIA
LA FUNZIONE DELLA MALATTIA
IL CANCRO
PREVENZIONE
PERCEZIONE E VISSUTO
La morte biologia e il suo senso
QUANDO IL CIBO FA “MALE”
Il fumo e le altre sostanze nocive
LA QUESTIONE GENETICA
UNA CURA PER TUTTO
LA RICERCA PERSONALE
APPROFONDIMENTI NECESSARI PER CAPIRE E PER CAMBIARE
LIBRI - LIBRI GRATUITI - ARTICOLI CORRELATI - -VIDEO - SITI WEB
(aggiornato a novembre 2016)

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Superare la paura della malattia (e del cancro) ed iniziare ad usare la forza che sta alla base dell’esistenza.


(aggiornato a novembre 2016)


INTRODUZIONE
Il coraggio non è non aver paura, ma avere
la forza di superarla. – Tiziano Terzani
In ogni momento mi “scontro” con persone che pur riconoscendo alcune teorie di queste fantomatiche medicine alternative nonché alcuni processi corporei si intimoriscono quando si parla di cancro o altre malattie di forte impatto sociale; non riescono a superare la massiccia programmazione mediatica, perché di questo si tratta, che è andata avanti in questi ultimi decenni sulla vicenda e mi risulta difficile in poco tempo far sopraggiungere la consapevolezza che “il diavolo” non è così cattivo come lo si dipinge.

Chiariamoci subito: tutti abbiamo paura è naturale ed è biologico che sia così, essa ha la sua funzione e guai se non ne avessimo, tuttavia se essa dipende da una mancanza di conoscenza e determina un atteggiamento inadeguato al superamento delle situazioni della vita appare opportuno ridurla nei limiti entro i quali possa essere utile alla nostra esistenza.

Abbiamo paura del cancro, della leucemia, della sclerosi multipla, dell’aids ecc. semplicemente perché non abbiamo la minima idea di cosa sono nel dettaglio e quello che ci viene detto giornalmente non fa altro che incrementare questo timore in quanto si diffonde in ogni dove l’incapacità di arginare tali fenomeni patologici che spesso portano alla morte.
Siamo proprio sicuri che quello che ci dicono sia reale?

Vorrei spiegare a parola mie e con le più genuine motivazioni come sfuggire al fenomeno globale e sociale del terrore del cancro e delle altre malattie di rilevante entità, con una disamina molto semplificata di un argomento per il quale servirebbero migliaia di libri, che peraltro già esistono, invitando per i dovuti approfondimenti alla visione dei link e dei consigli di lettura citati a fondo articolo.

I PRO E I CONTRO DELLA MALATTIA
Parto subito col darvi una notizia positiva: le malattie in genere, quindi anche il cancro, non sono un male ingiusto, al contrario sono un bene poiché costituiscono un processo di riparazione del corpo, quindi non temiamole a priori, ma cerchiamo di comprenderle nel dettaglio.
Altra notizia di eccelsa utilità è il fatto che il nostro corpo ha il potere dell’autoguarigione e in casi non gravissimi, fa tutto da solo anche e soprattutto senza farmaci. Ora però non pensiamo subito al peggio, alle gravi patologie o altro, c’è il metodo di giungere ad una soddisfacente guarigione anche per quelle con un ponderato aiuto.
La notizia meno piacevole invece è che le malattie non possono essere prevenute; tuttavia si può predisporre il corpo in modo da consentirgli il superamento di tali processi vitali in maniera autonoma e con il minor disagio possibile.
Per aiutare il fisico nella sua atavica funzione è doveroso mantenere molto alte le energie (ossigenazione del sangue ed altro) corporali tramite un’alimentazione corretta, un adeguato esercizio fisico e soprattutto con un’attività mentale sempre positiva e tesa al superamento delle odierne difficoltà imposte dal sistema di vita; beh sicuramente non è facile, ma per la nostra salute uno sforzo consapevole credo che ne valga la pena giusto?

LA MALATTIA
Non ho certo le competenze adeguate per poter spiegare il fenomeno nella sua complessità tuttavia vorrei fornire degli elementi conoscitivi di base validi per tutte le patologie in maniera il più semplice possibile.
Da quanto asseriscono varie medicine alternative (non solo la Nuova Medicina Germanica) si è appreso che la stragrande maggioranza dei nostri traumi psico-fisici sono di origine mentale/emotiva/biologica, con conseguente calo d’energia in una o più parti del corpo, quindi in sostanza derivano dal nostro “vissuto” abbinato ad un determinato evento della vita presente o passata (gli eventi passati sono registrati nelle nostre cellule) che ci coglie impreparati e ci ingenera uno shock.
Puntualizzo subito che per “vissuto” non si intende solo l’esperienza diretta ma anche esperienze “riflesse”(la Medicina Ufficiale direbbe genetiche) che risultano registrate nel nostro splendido organismo biologico.

Quando questo shock ci coglie impreparati, cosa succede?
La mente, che non distingue la vita reale dalla nostra immaginazione, invia un segnale di pericolo al corpo per indurlo ad una variazione di condotta che gli consenta di superare il “pericolo” quindi, in relazione al sentito/percepito, si attiverà un programma(registrato nei nostri tessuti nel corso dell’evoluzione della specie) che altererà la funzione di uno o più organi e/o tessuti.
Durante questa fase, che generalmente non comporta sintomi, l’aumento o la riduzione dell’attività o delle dimensioni di una componente del corpo consente di salvaguardarci dalla minaccia incombente (es. se ci troviamo in una situazione improvvisa di sfida, non necessariamente fisica, si avrà un aumento di zuccheri nel sangue per donarci il giusto vigore per superare l’eventuale “disputa”; - se ci troviamo in una circostanza con un pericolo di vita automaticamente si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale, viene secreto l’ormone dello stress, il sangue viene fatto confluire agli arti per consentire un attacco/difesa o una fuga, le altre funzionalità del corpo vengono drasticamente ridotte, viene ridotta la funzionalità cosciente(ragionamento) del cervello ed aumentata quella istintuale(cervello antico) ecc.), al termine di tale situazione incresciosa si attiva la normalizzazione delle funzioni di base che richiede un notevole dispendio di energie; il corpo dovrà far aumentare/ridurre quel componente corporeo che aveva alterato, anche demolendo eventuali tessuti/organi che aveva incrementato nelle dimensioni(leggasi tumore), ripristinandone la piena funzionalità.

Questa fase è quella più importante ed è l’unica fase riconosciuta a livello ufficiale, quella precedente del pericolo percepito è sconosciuta ai più e di certo non insegnata nelle opportuni sedi, è definita calda in quanto aumenta la velocità delle reazioni biologiche per giungere presto alla vita normale, in questo momento il corpo necessita di molte energie per recuperare la regolarità delle sue funzioni e quindi invia il segnale del dolore, associato ad altri (sudore, febbre, infiammazioni ecc.), che ha lo scopo di far rallentare/fermare le attività coscienti dell’individuo per utilizzare le energie nell’auto-guarigione.

LA FUNZIONE DELLA MALATTIA
Lo scopo della malattia è quello di ripristinare le funzionalità dell’organismo, quindi è utile per la nostra stessa sopravvivenza.
Analizzando l’utilità del meccanismo biologico automatico (che la NMG chiama SBS speciale programma biologico sensato) da cui scaturisce quella che noi definiamo a torto malattia, quando in realtà è un sintomo di una fase cruciale del citato programma, non possiamo fare a meno di notare la sua necessità al fine di garantire la sopravvivenza del nostro corpo per ragioni ben più elevate della mera vita fisica e consente all’organismo di evolversi per adattarsi all’ambiente circostante

IL CANCRO
Anche qui non potrò essere esaustivo per la vastità dell’argomento, ma qualche piccola ed essenziale informazione sul male del secolo la ritengo doverosa.
La proliferazione controllata, non certo impazzita come vogliono farci credere, di cellule di un particolare tessuto/organo è indotta dal nostro essere biologico per fargli aumentare la sua efficienza (es tumore al polmone per avere più aria e non morire, tumore alle ovaie per aumentare la possibilità di rimanere incinta, alla prostata per aumentare le capacità riproduttive maschili ecc. ecc. ma ci sono anche procedimenti opposti, cioè di riduzione dell’organo, come ad esempio l’osteoporosi, cancro ai dotti lattiferi ecc.) e non avviene certo per caso, è essenziale per superare biologicamente alcuni shock in corso o vissuti, non ha certo lo scopo di arrecarci del danno, ma esattamente l’opposto.

Trattandosi di un aumento o riduzione delle dimensioni dell’organo/tessuto per aumentarne o ridurne l’efficienza tale evento è spesso connesso ad eventi di considerevole entità emotiva, se invece lo shock non è di forte entità il corpo non influisce sulle dimensioni ma solo sulla funzionalità accelerandola o rallentandola.
Essendo un processo di rilevante gravità anche la sua fase riparativa sarà molto intensa e pertanto i sintomi saranno così forti da indurci ad andare dal medico, qui però inizia il vero dramma, quello che invece vorremmo che terminasse, con sintomi molto marcati chiaramente il dottore oltre a prescrivere i soliti farmaci farà anche eseguire degli esami diagnostici che evidenzieranno il problema all’organo/tessuto dolente e se tale problema, come spesso avviene, viene diagnosticato come cancro (proliferazione ormai in fase di disfacimento) allora cominciano i guai e le paure.
Il primo guaio è la diagnosi, sentirsi dire che si ha un cancro qui o lì, piccolo o grande che sia, e che si deve intervenire subito è un evento devastante per la maggior parte di noi, altro che shock e quindi …. ricordate cosa succede nel corpo se noi viviamo uno shock? Un nuovo processo biologico si attiva per la paura di morire o di sentirsi spaesati o soli al mondo ecc..
Il secondo guaio, come se il primo non bastasse è il protocollo sanitario; si inizia un calvario interminabile fatto di dottori, esami, ospedali, cure infernali, controlli a tappeto che si protrae per diversi anni, evento che non fa altro che aumentare il forte shock già attivato con la diagnosi.
Il terzo guaio può avvenire se si sono vissuti male i primi due guai e si verifica in seguito quando siamo tornati alla normalità della vita, oramai salvi da quel maledetto cancro, succede che l’organismo ritornato ad una situazione di non pericolo avvii il programma riparatorio dello shock della diagnosi e del protocollo e si ricomincia tutto daccapo. Dagli esami diagnostici risulterà che una cellula impazzita è sfuggita al trattamento chemioterapico ed è andata a far danno in un altro organo (es. il polmone o le ossa), tale processo, mai confermato scientificamente, viene definito metastasi ed ora dovrebbe essere chiaro chi/cosa le genera no?

Uscire da questo circolo vizioso è difficile solo perché non lo si conosce altrimenti si manda a quel paese tutti e si avvia un processo di cura consapevole, rivolgendosi a medicine differenti da quella ortodossa, che ci consenta di aiutare il nostro corpo di giungere quanto prima all’autoguarigione.

PREVENZIONE
Due righe sulla prevenzione(vedasi articoli correlati) che non può esistere in una scienza medica che è all'oscuro delle cause della malattia: credete davvero che le case farmaceutiche rinunceranno mai agli inimmaginabili introiti derivanti dall’affare cancro o delle malattie invalidanti che necessitano di cure a vita?
Basterebbe ascoltare i messaggi che ci invia il nostro corpo per percepire la nostra salute, non servono analisi ed esami diagnostici di ogni genere che vengono pubblicizzati in ogni dove per la nostra salute, questo senza tener conto delle probabilità molto alte di falsi positivi e che si traducono in cure farmacologiche e/o chirurgiche non necessarie.

PERCEZIONE E VISSUTO
Ma se come detto prima le malattie non sono prevedibili considerato che scaturiscono da eventi inattesi e imprevisti allora non c’è scampo?
Beh, vederla in questo modo costituisce la prova di non aver compreso la funziona della malattia, cioè quella di farci sopravvivere non di farci morire, quindi la prima cosa da fare è di non temerla, tuttavia non è piacevole essere ammalati e ancor meno avere delle patologie invalidanti quindi sarebbe opportuno evitare di far scattare il meccanismo biologico di sopravvivenza. Come?
Cosa determina per ognuno di noi se una situazione è pericolosa o meno? Le nostre percezioni. Esse consentono al nostro organismo di adattarsi e vivere nell’ambiente in cui ci troviamo; quando percepiamo un qualcosa(persona-situazione-cibo-altro) come pericoloso chiaramente ci sarà una risposta a tale “sentito biologico” che a seconda dell’entità della percezione sarà più o meno incisiva.

Eliminando dalla nostra mente le paure indotte e le programmazioni distruttive, tramite una cancellazione consapevole determinata dalla conoscenza, potremo vivere una vita serena e stare al riparo da molte patologie.

Se ci ritroviamo in situazioni “indesiderate” di forte intensità, ricordiamoci di quanto avverrà dentro di noi e limitiamo volontariamente la tensione associata all’evento per non incappare, al termine del conflitto, in un brutto male.
Inoltre c’è la possibilità di conoscere la causa specifica delle varie malattie in modo tale da conoscere il sintomo che seguirà ad un determinato evento traumatico, in ogni caso dovremmo cercare di alleggerire il conflitto per avere una riduzione della successiva malattia.  Anche questo non è certo una passaggio facile, ma tant’è.

La morte biologia e il suo senso
La malattia non è altro che la fase finale del programma biologico di sopravvivenza agli “attacchi” dell’ambiente, se si supera questa fase l’organismo si è un po’ evoluto e riuscirà a rispondere meglio a tale trauma. Nell’ipotesi, che il conflitto prosegua per un periodo di tempo piuttosto lungo, la fase riparativa potrebbe essere di una intensità devastante, tanto da non poter essere superata e cagionare la morte. Considerato che l’organismo non ha saputo superare il conflitto e quindi non si è saputo adattare, non risulta idoneo alla vita quindi il programma biologico della natura (e lo scopo spirituale dell'esistenza) non trova altra soluzione se non quella definitiva. Tranquilli di solito non si muore per questo, ma per i devastanti trattamenti farmacologici, ma quelli però sono a norma di legge e quindi va bene....

QUANDO IL CIBO FA “MALE”

venerdì 4 novembre 2016

AMORE O POSSESSO?


Tante persone accarezzano il sogno di una relazione sentimentale fatta di ascolto, comprensione, attenzioni, solidarietà e supporto, nella certezza che un’esistenza senza sentimento sia sprecata, anche in mezzo al successo e alla ricchezza.

L’amore è l’espressione di una vita piena e ricca di valore.

Ma quando parliamo d’amore, non sempre ci riferiamo allo stesso concetto.

 

La parola amore possiede tante accezioni e capita spesso che pronunciandola si intendano cose diverse.

Chiamiamo amore il sentimento coinvolgente, carico di affetto e di empatia che proviamo verso un bambino.

E chiamiamo amore l’impulso passionale che ci spinge a desiderare una persona.

 

Nel linguaggio comune, l’amore esprime il trasporto e l’eccitazione ma anche la tenerezza.

Indica l’altruismo, la generosità, la comprensione e insieme la possessività, la gelosia o l’erotismo.

Questa molteplicità di significati crea confusione e fa sì che la parola amore denoti cose differenti secondo il contesto e il pensiero di chi la utilizza.

 

La cultura materialista, purtroppo, ha riempito l’amore di significati utilitaristici, perdendo di vista il sentimento  disinteressato, generoso e libero.

Così oggi, quando sogniamo di vivere l’amore… immaginiamo l’arrivo di qualcuno pronto a riempirci la vita di significato, piuttosto che uno stato d’animo disinteressato, generoso e libero, capace di bastare a se stesso.

 

Più che un dare, l’amore è diventato un prendere.

Pretendiamo reciprocità e devozione, come se fossero presupposti indispensabili.

Vogliamo essere amati e imponiamo le nostre condizioni, convinti di poterci sentire realizzati, soddisfatti e felici, solo contando su uno scambio che ci garantisca (almeno) la reciprocità.

Ma, quando esigiamo l’amore, armati di pretese, richieste, buoni principi e rivendicazioni, ci riferiamo davvero all’amore o piuttosto parliamo di possesso?

L’amore è un modo di essere, un impulso indomabile che parte dal cuore.

Il possesso invece: reclama, misura, sfrutta, usa, giudica e, infine, impone.

 

L’amore è l’antitesi del possesso.

Le sue caratteristiche di generosità e libertà, lo rendono un sentimento mal visto di questi tempi.

Nel tentativo di limitarne la portata sovversiva, è stato rivestito di dogmi religiosi e di significati utilitaristici, fino a trasformare la sua energia in una trappola di contratti, regole e doveri.

E’ per questo che oggi confondiamo l’amore col possesso.

Ma amore e possesso sono incompatibili per natura, e sovrapporli genera i drammi che, purtroppo, avvelenano tante storie… d’amore.

 

L’amore è.

Punto e basta.

Esiste a prescindere dalla volontà.

Cammina danzando con la libertà.

In questa nostra società malata di opportunismo e di avidità, però, tante persone inseguono l’amore per soddisfare il desiderio disperato di riempire un vuoto e dare significato alla propria vita.

Sono uomini e donne spaventati dalla profondità di se stessi, in fuga dalla solitudine e ansiosi di legarsi a qualcuno, nel tentativo di evitare l’ascolto del mondo interiore.

Queste persone scambiano il possesso con l’amore e stabiliscono contratti per incatenare le emozioni e garantirsi la reciprocità.

In questo modo coltivano la dipendenza, intrappolando se stessi e il partner in un’esistenza priva di libertà e di autonomia.

“L’amore è sacrificio…” affermano, convinti di aver trovato la ricetta contro la solitudine.

Ignorano che l’amore è generoso, rivoluzionario, indomabile, libero, capace di bastare a se stesso e di darsi con gioia, senza pretendere nulla in cambio.

Tutto il contrario del sacrificio.

L’amore è un rapimento affettivo.

Un bisogno dell’anima.

Tutto il resto è interesse, scambio, guadagno, conquista, sopraffazione… e delusione!

 

Volere qualcuno per essere amati o per amare, non ha niente a che fare con l’amore.

E’ piuttosto un egoismo che nasconde l’angoscia della solitudine e trascina dentro gabbie di doveri, regole e dipendenza.

Segnala il bisogno di delegare ad altri le responsabilità e le paure, e l’incapacità di vivere fino in fondo la propria autonomia.

M

STORIA D’AMORE… E STORIE DI POSSESSO