venerdì 16 marzo 2018

La vita non deve essere stracolma di pesi e di privazioni.

La vita non deve essere stracolma di pesi e di privazioni.

La vita non deve essere stracolma di pesi e di privazioni.

Se è così, significa che questa è la vostra scelta, il vostro sogno che state prendendo per la verità, per il dovuto.

Non dovete accettarlo. Se è troppo difficile, troppo complicato, forse non è la vostra porta.

Dovete svegliarvi, scuotervi e uscire dal sogno, ovvero, iniziare a proiettare il vostro film, un altro, e muovere i piedi verso un'altra porta.

E ricordate: gli insuccessi non sono tali; probabilmente, sono dei bivi che vi portano allo scopo.
(V.Zeland)

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

LA SENSIBILITA' PSICHICA e la sua attivazione

LA SENSIBILITA' PSICHICA e la sua attivazione

Cos'è la SENSIBILITA' PSICHICA?
I Tibetani l'hanno chiamata "terzo occhio", i parapsicologi "percezione parasensoriale" e gli psicologi "sesto senso". Baba Bedi diceva che queste denominazioni non sono corrette perchè riducono le funzioni di questa facoltà alla sola percezione, invece essa esplica quattro funzioni diverse.
Quindi l'ha chiamata Sensibilità Psichica sottolineando che non è un organo di senso ma un organo del sistema vibrazionale o campo energetico che consente di percepire l'Unità del Tutto.

-La prima funzione della Sensibilità Psichica è di attivare la capacità di percezione totale attraverso cui possiamo conoscere la realtà di un evento, di una situazione, di un oggetto ecc. fino alla conoscenza della Realtà Ultima. 

-La seconda funzione permette di eliminare i limiti imposti dallo spazio e dal tempo. Consente, quindi, di sondare l'invisibile. Infatti nulla è troppo lontano nel tempo o nello spazio e tutto può rientrare nell'orbita della sua percezione.

-La terza funzione si esplica nel processo di autoconoscenza che generalmente viene chiamato interiorizzazione.
Noi comunichiamo sempre, anche se in modo molto superficiale, con la parte fisica (prima di mangiare osserviamo se abbiamo fame, prima di andare a dormire sentiamo se abbiamo sonno, ecc) ma non con la nostra totalità. Infatti non siamo coscienti dell'energia che ci anima e del suo movimento continuo, dei suoi percorsi, del suo centro, delle sue funzioni, delle sue molteplici capacità, ecc. La Sensibilità Psichica ha accesso alla totalità del nostro essere e, tra l'altro, permette di scoprire i TALENTI, le capacità, che abbiamo a disposizione per realizzarci

-La quarta funzione permette di attivare i Talenti, affinchè siano vissuti pienamente.

Baba Bedi diceva che la Sensibilità Psichica non è attiva in tutti gl'individui. Fino a pochi anni fa, infatti, era un privilegio dei Santi e degli Illuminati, ora con l'inizio dell'Età dell'Acquario è giunto il momento che quest'organo funzioni in tutti gli individui perchè tutti sono destinati a diventare degli esseri umani totali. E l'essere umano non è totale se un organo del sistema vibrazionale non è attivo, anche se si tratta di un solo organo. 

In cosa consiste l'ATTIVAZIONE ALLA SENSIBILITA' PSICHICA?
L'attivazione alla sensibilità psichica si fa una sola volta nella vita e si attua in cinque incontri individuali, generalmente con cadenza settimanale. Baba ha insegnato due tecniche specifiche: una per gli adulti ed una per i bambini. Entrambe queste tecniche offrono importanti indicazioni affinchè la persona diventi sempre più consapevole delle proprie urgenze e delle capacità che ha a disposizione per soddisfarle.

Una volta attivata, la sensibilità psichica stimola le capacità positive dell'individuo e le rende attive.

LA RICERCA DEI TALENTI
Al termine dell'attivazione l'operatore fa la Ricerca dei Talenti antichi e nuovi. Tali capacità o talenti, se vissute pienamente, favoriscono l'evoluzione, lo sviluppo della personalità e la piena realizzazione dell'individuo.

I Talenti sono di due tipi: Antichi e Baby.
I Talenti Antichi fluiscono da esistenze precedenti l'attuale vita, esistono come entità dentro di noi. Se non vengono vissuti causano problemi, principalmente di tre tipi.
Nell'interiorità dell'Essere Umano i Talenti Antichi repressi reagiscono creando:
- irrequietezza e forte tensione apparentemente immotivata. Dopo essersi agitati e dibattuti, i talenti repressi si abbattono, stanchi, senza più forze proiettando depressione nell'animo umano; di conseguenza si oscilla tra tensione e depressione, depressione e tensione.
- incostanza. Qualunque cosa una persona voglia fare non riesce a metterci il cuore completamente, non vi è cosa in cui riesca ad applicarsi, cambia strada nella vita continuamente e non porta mai nulla a termine. Diventa così preda di complessi senza comprendere che tali situazioni non sono create dall'incapacità, ma dal gioco crudele delle sue vere capacità che, sentendosi soffocate, protestano, come se dicessero: "perchè non usi noi, che siamo le tue capacità, le tue potenzialità?" 
- ombre scure nei legami sentimentali. Dubbi e conflitti continui distruggono gli affetti e ci si colpevolizza l'un l'altro, senza capire che il vero problema è legato alle capacità non vissute.
La logica, in fondo, è semplice: come può essere felice la vita sentimentale se non c'è equilibrio in sè stessi? Se non si vivono le proprie potenzialità ed i propri talenti, che sono la nostra vera essenza?

Talenti Baby
I talenti detti Baby devono essere conosciuti e coltivati. Vengono dalle emanazioni planetarie nel momento del concepimento nell'attuale vita, e anche se non sono vissuti subito, non creano in genere grandi problemi.

Quali possono essere i Talenti?
I Talenti possono essere di ogni genere: danza, pittura, poesia, teatro, scultura ma anche architettura, fisica, astronomia, ricerca scientifica, botanica, giardinaggio, cucina... Ed anche legati alla percezione psichica: medianità, chiaroveggenza, radioestesia, capacità di guarire, contemplazione, capacità di comunicare con gli esseri della natura, ecc.

SURYA NAMASKARA:
il suo coronamento pratico e’ nella pratica di surya namaskara. Il termine sanscrito surya significa sole e namaskara saluto o adorazione. Per questo la pratica è nota come il ‘saluto al sole’.
È stato sviluppato in India migliaia di anni fa da saggi illuminati, che prescrissero la sua pratica a tutti come parte integrante della vita quotidiana.

L’uomo che sputò in faccia al Buddha

L’uomo che sputò in faccia al Buddha
Il Buddha era seduto sotto un albero a parlare ai suoi discepoli. Arrivò un uomo e gli sputò in faccia. Egli si asciugò, e chiese all’uomo, “E poi? Cosa vuoi dire dopo?” L’uomo era un po’ perplesso perché non si aspettava che, dopo aver sputato sul volto di qualcuno, gli si chiedesse: “E poi?”

Non era mai successo nel suo passato. Aveva insultato persone e loro si erano arrabbiati, avevano reagito. Ma il Buddha non è come gli altri, non si è arrabbiato, né in alcun modo offeso. Ma ha detto semplicemente: “E poi?” Non c’è stata alcuna reazione da parte sua.

I discepoli del Buddha si arrabbiarono, reagirono. Il suo discepolo più vicino, Ananda, disse, “Questo è troppo, e non lo possiamo tollerare. Deve essere punito per questo. In caso contrario tutti potranno iniziare a fare cose come questa.”

Buddha disse: “Tu taci. Non mi ha offeso, ma sei tu ad offendermi. Lui è nuovo, un estraneo. Deve aver sentito dalla gente qualcosa di me, che questo uomo è un ateo, un uomo pericoloso che sta gettando la gente fuori dal loro sentiero, un rivoluzionario, un corruttore. E in lui potrebbe essersi formata una qualche idea, un concetto di me. Egli non ha sputato su di me, lui ha sputato sulla sua considerazione. Ha sputato sulla sua idea di me, perché lui non mi conosce affatto, così come può sputare su di me?”

“Se ci pensi profondamente” Buddha disse “ha sputato sulla propria mente. Io non sono che parte di lui, e posso vedere che questo povero uomo deve avere qualcos’altro da dire perché questo è un modo di dire qualcosa.

Sputare è un modo di dire qualcosa. Ci sono momenti in cui senti che il linguaggio è impotente: nell’amore profondo, nella rabbia intensa, nell’odio, in preghiera. Ci sono momenti intensi in cui il linguaggio è impotente. Poi si deve fare qualcosa. Quando si è arrabbiati, profondamente arrabbiati, si colpisce la persona, ti sputano addosso, lui sta dicendo qualcosa. Lo posso capire. Deve avere qualcosa di più da dire, è per questo che sto chiedendo, “E poi?

L’uomo era ancora più perplesso! E Buddha disse ai suoi discepoli: “Sono più offeso da voi perché voi mi conoscete, e avete vissuto per anni con me e ancora reagite.”
Perplesso, confuso, l’uomo tornò a casa. Non riuscì a dormire per tutta la notte. Quando vedi un Buddha, è difficile, impossibile dormire nello stesso modo in cui dormivi prima. Più e più volte era ossessionato da questa esperienza. Non riusciva a spiegare a se stesso, quello che era successo. Egli era tutto tremante e sudato. Non aveva mai incontrato un uomo così, lui aveva mandato in frantumi la sua mente e il suo intero modello, tutto il suo passato.
La mattina dopo era di nuovo lì. Si gettò ai piedi di Buddha. Buddha gli chiese ancora: “E poi?” Anche questo è un modo per dire qualcosa che non si può dire con il linguaggio. Quando arrivi e tocchi i miei piedi, stai dicendo qualcosa che non si può dire, perché tutte le parole diventano un po’ strette. Buddha disse: “Guarda, Ananda, questo uomo è di nuovo qui, sta dicendo qualcosa. Questo uomo è un uomo di profonde emozioni”.

L’uomo guardò il Buddha e disse: “Perdonami per quello che ho fatto ieri”.
Buddha disse: “Perdonarti? Ma io non sono lo stesso uomo a cui hai fatto qualcosa. Il Gange continua a scorrere, non è mai il Gange di prima. Ogni uomo è un fiume. L’uomo che sputa non è più qui. Non vedo proprio nessuno come lui, ed io non sono la stessa cosa, tanto è successo in queste 24 ore! Il fiume ha scorso così tanto. Quindi non posso perdonarti perché non ho nessun rancore contro di te. ”
“E anche tu sei nuovo. Vedo che non sei lo stesso uomo che è venuto ieri, perché quell’uomo era arrabbiato e lui ora, si sta chinando ai miei piedi, tocca i miei piedi. Come può essere lo stesso uomo? Tu non sei lo stesso uomo, quindi cerchiamo di non pensarci più. Queste due persone, l’uomo che ha sputato e l’uomo su cui sputare, entrambi non sono più. Vieni più vicino. Parliamo di qualcos’altro.”